L’eredità cospirazionista di Trump che non se ne andrà con lui
La sconfitta del repubblicano Donald J. Trump alle ultime elezioni presidenziali contro l’avversario democratico Joe Biden, non ha fatto altro che mostrare all’opinione pubblica occidentale l’atipicità di tale presidenza e soprattutto dell’identità stessa del ‘trumpismo’, neologismo a cui addirittura l’enciclopedia Treccani dà una definizione: è “l’ideologia, la politica e lo stile di vita propri dell’imprenditore Donald Trump, eletto presidente degli Stati Uniti nel 2016”. Una figura basilare per la politica statunitense e non solo, e quando sarà costretto a lasciare la Casa Bianca il 20 gennaio, Trump si dimostrerà probabilmente più resistente del previsto, e quasi sicuramente rimarrà una forza potente e dirompente nella vita americana, dato che ha ricevuto 71 milioni di voti, otto milioni in più rispetto al 2016, e circa il 48% del voto popolare. Ha cioè mantenuto il sostegno di quasi la metà degli elettori nonostante quattro anni di scandali, battute d’arresto, impeachment e la brutale epidemia di Covid-19.
“Se c’è qualcosa di chiaro dai risultati elettorali, è che il presidente ha un enorme seguito, e non ha intenzione di uscire di scena a breve”, ha detto l’ex senatore repubblicano Jeff Flake, dell’Arizona, uno dei pochi funzionari del partito che ha rotto con Trump negli ultimi quattro anni, e che ha notato, come molti tra l’altro, che il tycoon di New York ha modificato il GOP (il partito Repubblicano) a sua immagine e somiglianza, dando ampio spazio per esempio ai settori più reazionari dell’opinione pubblica statunitense.
Su queste pagine si è già parlato di una corrente che di fatto ha forgiato il trumpismo, e cioè l’Alt-Right (1), che ha avuto e ha in Steve Bannon uno dei portavoce, e che ha tentato di creare una “Internazionale Sovranista”, cioè The Movement, che ha coinvolto vasti settori del populismo europeo come la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Un “movimento eterogeneo di estrema destra che esiste soprattutto su internet”, visto il forte bipolarismo USA, come riportava il New Yorker nel marzo 2016, che “promuove ideologie di destra alternative a quelle tradizionali [americane], al conservatorismo classico in auge nel partito Repubblicano (un conservatorismo a sua volta rinnovato con la presenza dei cosiddetti neo-con e coi teo-con, tramite fra la destra politica e l’evangelismo fondamentalista), e ha sdoganato temi che in Europa sono presenti nell’estrema destra o nel nazional-populismo”. Area che nasce dal paleoconservatorismo statunitense, una corrente politico-filosofica emersa negli anni ’80 (ma con propaggini negli anni ’50) favorevole a una politica contraria all’immigrazione, a una politica estera isolazionista e al nazionalismo economico; ha avuto intellettuali come Samuel Francis e Paul Gottfried, che hanno posto le basi teoriche per la transizione moderna dal paleoconservatorismo all’Alt-Right, come ha documentato lo storico francese Stéphane François, registrando non pochi flirt anche con una corrente comunitarista antimoderna come la nouvelle droite, nonostante il proverbiale antiamericanismo di quest’ultima (2) e la diffidenza da parte della destra tradizionalista rivoluzionaria (3). Ma oltre all’Alt-Right, la presidenza Trump ha visto l’emersione di un preoccupante fenomeno come quello del cospirazionismo, un fiume carsico che rende tale area non dissimile all’estrema destra classica, e che pare attingere a un altro classico a cui la destra ha fatto riferimento per parlare di complotti nel passato, e cioè i Protocolli dei savi di Sion. È QAnon, nato nel 2017 ma emerso pericolosamente con la pandemia di Covid-19 del 2020…
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