Scrivere un ideale diario della mia clausura mi sembra subito molto ridondante, quasi pomposo. Credo sia meglio affidarsi a qualche impressione che è venuta fuori negli ultimi tempi e lasciare sedimentare il resto per quando sarà passata (se passerà) la buriana del virus.
Posso dire che sono rimasto abbastanza scioccato dal video a corredo di un brano di un’artista che ho riscoperto da qualche anno. Parlo di Nada Malanima, in arte Nada, da Gabbro vicino Livorno. Qualche anno fa ho ascoltato il suo disco in collaborazione con Massimo Zamboni (ex CCCP e CSI) e ho capito che la ragazza aveva della stoffa, solo che la si sapesse tirare fuori. E la stoffa è venuta fuori alla grande con questo ottimo album di inediti e soprattutto con il singolo Dove sono i tuoi occhi, corredato da un video che come dicevo mi ha particolarmente impressionato. C’è una galleria di immagini di persone dalla fisionomia molto pronunciata, tanto pronunciata da rimanere impressa, a dispetto del fatto che gli occhi di ognuno di loro sono sostituiti da immagini caleidoscopiche. Nada canta quasi salmodiando e poi urla cantando. Suoni scabri, tra Portishead e il miglior grunge (alla produzione c’è John Parish, già in cabina di regia con PJ Harvey, Eels, Giant Sand, Afterhours), suoni e ritmica ossessiva da brivido. Devo dire che tutto l’album è di ottima fattura e tutto da scoprire, e di sicuro nel panorama italiano è qualcosa di rimarchevole. Ma a me ha continuato a rimanere in testa quel brano e quel video…
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