I contatti, la “diplomazia delle conferenze”, il viaggio negli USA di Napolitano e il mancato viaggio di Berlinguer
Maggio 1978, il viaggio mancato di Berlinguer negli Usa
Nel luglio del 1977 la nuova Amministrazione Carter autorizza l’apertura di un ufficio di corrispondenza de l’Unità a Washington. La direzione del giornale in accordo con quella del Pci inviò sul posto un giornalista di provata esperienza, Alberto Jacoviello, che oltre al ruolo di corrispondente svolse nei fatti anche quello di ambasciatore del Pci in ambienti accademici e politici (1). L’ambasciatore Usa in Italia, Richard Gardner, rivendicò per sé questo passo: “Fin dai miei primi mesi come ambasciatore ero riuscito a convincere Washington ad approvare l’apertura di un ufficio dell’‘Unità’ nella capitale statunitense” (2). Un lavoro che cominciò a dare presto i suoi frutti: il 18 novembre 1977 giunse alla sezione Esteri del Pci una lettera dal Dipartimento di scienze politiche dell’università di Yale. Su sollecitazione della professoressa Yasmine Ergas, intenzionata a tradurre il libro di Enrico Berlinguer, La politica internazionale dei comunisti italiani (3), il professor Joseph La Palombara (4) chiedeva se il segretario del Pci fosse disponibile a scrivere una prefazione per la traduzione americana. La missiva era in realtà un buon pretesto per sondare nuovamente le intenzioni del segretario comunista sulla possibilità di un suo viaggio negli Stati Uniti. La Palombara chiedeva anche se Berlinguer potesse prendere in considerazione un invito, del quale non abbiamo però altra fonte o conferma, formulato un po’ di tempo prima dalla sua università per recarsi a Yale come “Chubb Fellow”, una posizione di prestigio per i conferenzieri propria della Yale University. Questa posizione, proseguiva La Palombara, “è la formula con la quale Santiago Carrillo è stato qui questa settimana e sono certo che potrà dire che è una formula ideale” (5).
Invitato per un ciclo di conferenze, il segretario dei comunisti spagnoli Santiago Carrillo era giunto a Yale quattro giorni prima, il 14 novembre 1977, tenendo una serie di incontri durante i quali aveva evitato di presentarsi come “ambasciatore dell’eurocomunismo” per non irritare eccessivamente il Pcus. Nonostante questa precauzione riuscì lo stesso a suscitare scalpore, in Spagna e in Europa, dichiarando – senza aver prima consultato nessun altro dirigente del suo partito – che il Pce non era più “leninista”. L’affermazione colpì favorevolmente Brzezinski, il quale compilò una sua personale classifica di affidabilità, ritenendo i comunisti italiani e francesi destalinizzati, a differenza dei portoghesi, ma ancora troppo leninisti (6).
Nel resto della sua lettera, La Palombara spiegava di non voler minimizzare “i problemi concernenti le norme e la realizzazione di questo tipo di visita […]. Naturalmente ci vorrà un certo tempo, una considerevole riflessione ed una accurata preparazione per sistemare tutto in modo che sia soddisfacente per Berlinguer. Il mio parere è che tale visita potesse coincidere con l’uscita qui del libro di Berlinguer. Per favore, può seguire questa questione e farmi sapere quale sia il Suo pensiero per risolverla?” (7).
La lettera di La Palombara ha una indubbia rilevanza storiografica: scopriamo infatti che erano ben due i dirigenti del Pci invitati negli Stati Uniti. La circostanza solleva interessanti interrogativi poiché il visto finale lo ottenne solo Napolitano, responsabile della politica economica del Pci, e non il segretario generale Berlinguer…
Continua a leggere acquistando il numero 69
copia digitale PDF: 3,00 euro
copia cartacea: 10,00 euro